Il sole che fa bene

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Il sole che fa bene

Il sole è una medicina naturale e, come ogni medicina, va usata con gradualità e nelle giuste dosi.

Fino a qualche decennio fa questi benefici effetti erano scontati: i nonni lavoravano la terra, gli adulti si muovevano a piedi, i bambini scorazzavano in bicicletta e giocavano per strada.
L’industrializzazione, che tanto ha modificato, peraltro per molti aspetti anche in meglio, il nostro stile di vita, ha fatto dell’uomo uno stanziale-pantofolaio-casadipendente, a cui anche l’esposizione al sole va prescritta come fosse una medicina.

Ma perché è importante esporsi al sole?

– perché migliora l’umore: la luce solare, soprattutto del mattino, stimola il sistema neuroendocrino, in particolare aumentando la produzione di serotonina che è un importante neurotrasmettitore deputato al controllo dell’umore. È ormai certa l’azione benefica della serotonina nelle depressioni stagionali, particolarmente frequenti nelle popolazioni nord-europee, che compaiono verso ottobre per poi peggiorare sensibilmente durante l’inverno. Così come è certo che ha un effetto benefico su irritabilità e ansia.

– perché allevia le contratture muscolari: il calore agisce come miorilassante in molte malattie infiammatorie.

– perché è un utile coadiuvante in alcune malattie della pelle: emblematico l’esempio delle lesioni psoriasiche, ma anche negli eczemi e, se usato con attenzione anche nell’acne offre grandi benefici. Peraltro la sua influenza sull’insorgenza del melanoma è stata molto ridimensionata.

– perché aiuta a controllare il peso: direttamente attraverso l’aumento della serotonina che sembra avere anche l’effetto di ridurre l’appetito, e indirettamente perché la voglia di spogliarsi evidenzia rotondità sapientemente nascoste dagli abiti invernali. Inoltre la presenza del sole invita ad una bella passeggiata e favorisce il gioco all’aperto.

– perché produce al contatto con la pelle la vitamina D: la quasi totalità della vitamina D presente nell’organismo è prodotta grazie al sole, che attiva un precursore presente nella pelle che è in grado poi di regolare diverse funzioni del nostro organismo. Infatti, oltre alla conosciutissima azione sulla fissazione del calcio alle ossa, la vitamina D sta acquistando sempre più importanza in diversi meccanismi biologici in cui sarebbe coinvolta dato che i suoi recettori sono presenti in tutto l’organismo, per cui una sua carenza potrebbe essere corresponsabile di diverse patologie e perfino dell’insorgenza di vari tipi di cancro.

Quando esporsi al sole?

Tutte le volte che si può e che se ne sente il bisogno. Meglio però al mattino e nel tardo pomeriggio, evitando le ore più calde della giornata. Non è necessaria una esposizione continuata, il generoso sole è in grado di produrre la quantità di vitamina D necessaria all’organismo anche con tempi di esposizione minimi: bastano infatti 15-20 minuti al giorno per almeno 4 giorni alla settimana. Naturalmente aprire le finestre al mattino e farsi piacevolmente avvolgere da un bagno di luce è la prima regola di vita che favorisce anche una buona igiene ambientale.

Come esporsi al sole?

Con molta gradualità, soprattutto in previsione delle scorpacciate estive, ricordando che durante tutto l’anno testa e mani scoperte sono indispensabili per produrre la vitamina D. Ma quanti bambini soffocati nei passeggini vengono portati a spasso senza che il sole li sfiori? Nessuna utilità, ai fini della produzione della vitamina D, viene invece dall’esposizione attraverso i vetri delle finestre, che bloccano i raggi UV induttori della sua sintesi.

Il sole è una medicina naturale, se usata con gradualità e nelle giuste dosi, fondamentale per il mantenimento di un buono stato di salute a costo zero.

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